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ADHD

La sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è uno dei più comuni disordini dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi. Consiste in un difetto evolutivo dei circuiti cerebrali adibiti all’autocontrollo e all’attenzione.

La prevalenza del disturbo, a seconda degli studi, si colloca tra il 4% e il 12% con maggiore incidenza nei maschi con un rapporto che varia da 3:1 a 9:1.

Secondo i criteri del DSM-V, il Disturbo d’attenzione con Iperattività (ADHD) è caratterizzato da due gruppi di sintomi o dimensioni psicopatologiche definibili come inattenzione e iperattività/impulsività. L’inattenzione o facile distraibilità si manifesta soprattutto come scarsa cura per i dettagli ed incapacità a portare a termine le azioni intraprese: i bambini appaiono costantemente distratti come se avessero sempre altro in mente, evitano di svolgere attività che richiedano attenzione ai particolari o abilità organizzative, perdono frequentemente oggetti significativi o dimenticano attività importanti.
L’impulsività si manifesta come difficoltà ad organizzare azioni complesse, ad aspettare il proprio turno in situazioni di gioco e/o di gruppo e con la tendenza a passare rapidamente da un’attività all’altra. Tale impulsività è generalmente associata ad iperattività: questi bambini vengono descritti "come mossi da un motorino", hanno difficoltà a rispettare le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei, a scuola trovano spesso difficile anche rimanere seduti.
Tutti questi sintomi non sono dovuti a ritardo mentale ma a difficoltà oggettive nell'autocontrollo e nella capacità di pianificazione e autoregolazione. In genere tale comportamento diviene evidente prima dei 7 anni e dura da almeno 6 mesi compromettendo il funzionamento del bambino in almeno 2 ambienti (casa, scuola, ambienti di gioco) e, soprattutto, causano una significativa compromissione del funzionamento globale del bambino.

Almeno il 70% dei soggetti con ADHD ha uno o più disturbi associati: disturbi d’apprendimento, disturbo oppositivo- provocatorio, disturbo della condotta, disturbi ansiosi, disturbo depressivo o bipolare, disturbo pervasivo dello sviluppo, tic.

Il problema della diagnosi differenziale e della comorbidità è fondamentale: è necessario conoscere l’ADHD nei suoi sintomi nucleari e tutte le condizioni cliniche associate, per giungere ad una diagnosi e quindi ad una terapia corretta, escludendo an che le situazioni di iperattività o disattenzione secondarie.

DIAGNOSI

È importante sottolineare che il bambino con ADHD mette a dura prova le persone che incontra: per questo bisogna intervenire quanto prima possibile per porre una diagnosi corretta e definire il tipo d’intervento più adatto con una presa in carico globale che investe il bambino, la famiglia e la scuola, ricorrendo, talora, anche alla terapia farmacologica o con neurofeedback.

Diversi studi hanno dimostrato che solo pochi pazienti vengono trattati adeguatamente. Anche la terapia farmacologica trova molte resistenze da parte dei genitori. I motivi di ciò sono i seguenti:

92% hanno paura degli effetti collaterali dei farmaci;

90% mostrano disagio ed insicurezza ad iniziare una terapia senza un esame specifico sull’attenzione.

Il CIDAAI ha sviluppato e realizzato un metodo di lavoro V.I.M.A.S. per l’ADHD che consiste nel combinare le indicazioni provenienti da una valutazione multidisciplinare, multidimensionale ad ampio spettro per una corretta ed esaustiva educazione e trattamento del fenomeno ADHD.

Il percorso diagnostico standardizzato è basato sui seguenti punti:

1. Raccogliere informazioni da fonti multiple (genitori, insegnanti, educatori) utilizzando interviste semi strutturate e/o questionari standardizzati sui diversi aspetti del comportamento e del funzionamento sociale del bambino.

2. Valutazione clinica psicologica. L’esame psichico del bambino (colloquio) per verificare la presenza di altri disturbi associati utilizzando anche scale standardizzate di autovalutazione del bambino per ansia, depressione etc. L'esame medico neurologico per valutare la presenza di eventuali patologie associate e gli effetti di altre terapie in atto.

3. Valutazione neuropsicofisiologica

A) Somministrazione dell’Amsterdam Neuropsychological Tasks (ANT) per la valutazione dell’attenzione focalizzata, divisa e prolungata.

B) Valutazione neurofisiologica mediante l’analisi computerizzata dell’elettroencefalogramma (mappe cerebrali). Attualmente queste analisi vengono applicate nel Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), nei Disturbi di Apprendimento (DSA) e nell’autismo. Tuttavia le possibilità di applicazione si estendono ai disturbi dell’umore, ai disturbi del pensiero, all’abuso di sostanze, alla demenza. Le mappe cerebrali offrono indici obbiettivi della condizione patologica in esame e permettono di valutare la risposta del soggetto alla terapia (Medicina Personalizzata)

Esempio di mappe cerebrali di un soggetto affetto da ADHD

Questi esami si richiedono quando si vogliono ottenere:

• Informazioni sui processi fisiopatologici sottostanti una certa patologia.

• Conferme della diagnosi, permettendo un’accurata selezione e differenziazione dei pazienti.

• Indicazioni della scelta terapeutica (valutazione del farmaco più efficace, riconoscimento dei soggetti responders e non-responders alla terapia farmacologica).

• Indici di follow up per monitorare l’andamento della terapia somministrata.

TERAPIA

Questo approccio integrato V.I.M.A.S. ci permette di proporre una terapia mirata, con motivazioni chiare e definite.

PER LA FAMIGLIA:

PARENT TRAINING: consiste nello spiegare, alla luce del profilo neuropsicofisiologico emerso nella fase diagnostica, cos’è l’ADHD e qual’ è quindi il quadro clinico di vostro figlio. Si insegnano, quindi, ai genitori le regole comportamentali sulla base della Social Learning Theory, delle teorie sul condizionamento e della terapia cognitivo-comportamentale (10 sedute individuali o di gruppo secondo il metodo Barkley).

PER IL FIGLIO:

CHILD TRAINING: Gli interventi psicoeducativi diretti sul bambino/adolescente sono basati su tecniche cognitive e metacognitive tarate per età e sono focalizzati su: Problem solving: riconoscere il problema, generare soluzioni alternative, pianificare la procedura per risolvere il problema.

Autoistruzioni verbali al fine di acquisire un dialogo interno che guidi alla soluzione delle situazioni problematiche, Stress inoculation training: indurre il bambino/adolescente ad auto-osservare le proprie esperienze e le proprie emozioni, soprattutto in coincidenza di eventi stressanti e, successivamente, aiutarlo ad esprimere una serie di risposte alternative adeguate al contesto. L’acquisizione di queste risposte alternative dovrà sostituire gli atteggiamenti impulsivi e aggressivi.

Si prevede un totale di 10 incontri della durata di un’ora ciascuno a cadenza quindicinale.

TERAPIA CON NEUROFEEDBACK (vai alla pagina Neurofeedback per saperne di più).

TERAPIA FARMACOLOGICA: in base al profilo neuropsicofisiologico emerso nella fase diagnostica, solo per casi molto mirati e gravi si consiglia una terapia farmacologica, in genere associata a quella psicoeducativa.

PER LA SCUOLA:

TEACHER TRAINING: Gli obiettivi fondamentali che si intendono far raggiungere a questi alunni, in sinergia con la famiglia, utili in ambito scolastico e familiare sono: l’autoregolazione, l’autocontrollo, l’autoconsapevolezza dei propri comportamenti. Inoltre, il Teacher Training consentirà la stesura per questi alunni di un piano educativo-didattico su misura. Sono previsti due incontri in concomitanza con il parent training per incrementarne e mantenerne l’efficacia (vai alla pagina il CIDAAI e la scuola per saperne di più).

CONTROLLI LONGITUDINALI: affrontare le eventuali necessità che emergono con la crescita del paziente.

FORMAZIONE

Sono inoltre previsti corsi di formazione per genitori ed insegnanti sul tema ADHD da concordare e definire a secondo delle richieste (vai alla pagina il CIDAAI per la scuola e il CIDAAI per le famiglie).

ATTIVITA’ DI RICERCA

Primo progetto: individuazione dei fenotipi neuropsicologici dell’ADHD mediante l’applicazione della batteria neuropsicologica ANT.

Secondo progetto: individuazione dei sottotipi neurofisiologici dell’ADHD mediante l’analisi spettrale dell’elettroencefalogramma. Definizione delle caratteristiche dei soggetti responder e no-responder alla terapia farmacologica. (vedi sezione articoli scientifici)

Per informazioni e prenotare una valutazione scrivere a cidaaimilano@gmail.com

o telefonare al 3487703089.

Le valutazioni si eseguono

a Milano in via Edolo 46

a Rho in via del Majno 4.

 

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