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Informazioni sull'allenamento con Infra-Slow Fluctuation (ISF) Neurofeedback

La maggior parte degli approcci "tradizionali" di Neurofeedback si basano nell'applicare al cliente un paradigma di condizionamento e dopo diverse sessioni si comincia ad osservare un cambiamento del comportamento. L'allenamento con ISF-Neurofeedback è utile su una vasta gamma di pazienti perché è un intervento che modifica immediatamente lo stato di un soggetto. L'effetto è più rapido di altri protocolli di Neurofeedback. Il cliente, durante la seduta, passa da uno stato di disagio affettivo, emotivo e/o fisico a uno stato più concentrato e rilassato. Ciò è dovuto all'impatto sul comportamento che le frequenze cerebrali ISF hanno all'interno della corteccia cerebrale umana.La maggior parte degli approcci "tradizionali" di Neurofeedback si basano nell'applicare al cliente un paradigma di condizionamento e dopo diverse sessioni si comincia ad osservare un cambiamento del comportamento. L'allenamento con ISF-Neurofeedback è utile su una vasta gamma di pazienti perché è un intervento che modifica immediatamente lo stato di un soggetto. L'effetto è più rapido di altri protocolli di Neurofeedback. Il cliente, durante la seduta, passa da uno stato di disagio affettivo, emotivo e/o fisico a uno stato più concentrato e rilassato. Ciò è dovuto all'impatto sul comportamento che le frequenze cerebrali ISF hanno all'interno della corteccia cerebrale umana.

Nelle Neuroscienze, le frequenze Infra-Slow, definite come < 0,1 Hertz, sono state descritte come un ritmo di coordinamento responsabile dell'organizzazione delle reti neuronali che svolgono un ruolo fondamentale in molte forme di comportamento umano (Palva e Palva, 2012). Recentemente si sono accumulate prove che delineano un legame primario dei ritmi Infra-Slow e i sistemi fisiologici che includono la relazione tra cuore e cervello, il coordinamento della barriera emato-encefalica e il flusso di informazioni tra stomaco e cervello (Bao et al., 2015; Grooms, 2015; Gudmand-Hoeyer, Timmermann, & Ottesen, 2014; Hashimoto et al., 2015; Hiltunen et al., 2014; Lecci et al., 2017). Non dovrebbe sorprendere, quindi, che la ricerca abbia anche confermato l'importanza delle frequenze Infra-Slow per il Sistema Nervoso Autonomo (SNA). Questo sistema ha un significato centrale per il comportamento umano ed in particolare per i traumi.

Il SNA è controllato centralmente dall'ipotalamo. Le prime ricerche sulle frequenze Infra-Slow sono state condotte sui conigli da Aladjalova nel 1957. L'autrice ha identificato la loro centralità sul comportamento in seguito ad uno stimolo minaccioso. L'attività elettrica dell'ipotalamo dei conigli rallentava in frequenza e aumentava in ampiezza in presenza di un trauma o alla paura di esso. Un lavoro più recente, negli esseri umani, ha associato questi fenomeni alla concentrazione di ormoni dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Poiché l'asse HPA mantiene l'omeostasi basale e quella correlata allo stress del sistema nervoso centrale, del sistema cardiovascolare, metabolico e immunitario, la disregolazione di questo asse è implicata in molti disturbi comportamentali, circolatori, endocrini/metabolici e immunitari (LeDoux e Pine 2017). L'asse HPA, nei mammiferi, di fronte ad una minaccia coordina la risposta di lotta, fuga o congelamento.

Alcuni ricercatori hanno notato la somiglianza del ritmo delle secrezioni dell'ormone HPA, da una a tre volte all'ora, con quello ultradiano (Gudmand-Hoeyer et al., 2014). Ciò corrisponde al cosiddetto "modello minimo" dell'asse HPA che considera il ritmo ultradiano (ritmi molto lenti associati al comportamento umano) un elemento inerente al Sistema Nervoso Autonomo. In parole povere, questi ritmi lenti sono il nesso organizzativo dell'asse HPA/Sistema Nervoso Autonomo. Queste frequenze corrispondono al terzo più basso della banda di frequenza dell'allenamento con ISF-Neurofeedback. La capacità di addestrare queste frequenze lente con il Neurofeedback si è dimostrata molto utile nelle popolazioni cliniche la cui principale disregolazione coinvolge l'asse HPA. Poter modificare la risposta alla paura, attraverso il condizionamento operante, è il primo obbiettivo da raggiungere in soggetti con Sindrome Post-Traumatica da Stress (SPTS), Disturbi dell'Attaccamento (DA), Ansia, Depressione e Autismo. ISF-Neurofeedback si è rilevato uno strumento utile per molti dei nostri clienti, in particolare per coloro che non possono o non vogliono usare i farmaci (M. L. Smith, 2013; M. L. Smith, Collura, Ferrara, & de Vries, 2014; ML Smith, Leiderman, & de Vries, 2017). Questa disregolazione influenza anche il sistema di allerta e vigilanza per cui l'allenamento con Infra-Slow trova indicazioni per disturbi quali, ADHD, Tic e disturbo ossessivo-compulsivo.

Come si relazionano Neuroplasticità e Neurofeedback

Oggi, i progressi della scienza e della ricerca sul cervello non hanno eguali nella nostra storia. Tanto che anche solo due decenni fa il cervello era ancora considerato scientificamente come un sistema fisso. Ciò significa che scienziati e clinici credevano collettivamente che il numero di neuroni presenti alla nascita nel nostro cervello fosse un numero prestabilito, e le modifiche a questi numeri erano dovuti ai processi di invecchiamento o a eventi come malattie genetiche, infettive, tossiche, lesioni o traumi.

Oggi, però, la scienza e la ricerca hanno dimostrato che ciò non potrebbe essere più lontano dalla verità. Il nostro tessuto cerebrale e le cellule che lo compongono subiscono costanti cambiamenti, secondo dopo secondo, per tutta la nostra vita: cambiamenti causati da qualsiasi cosa, dalle forze evolutive a quelle esperienziali. Ci siamo resi conto che in realtà, l'essenza stessa di ciò che rende il nostro cervello così straordinario è la sua natura flessibile e malleabile. In breve, le sue proprietà neuroplastiche.

In che modo la Neuroplasticità è correlata al Neurofeedback?

La Neuroplasticità è la capacità del cervello di modificare le sue connessioni, l'organizzazione e la funzione in base alle esperienze e ai comportamenti che mettiamo in atto quotidianamente. Dota il cervello di forza resiliente e adattiva e rende possibile l'apprendimento e la crescita. I talenti che vanno dall'apprendimento di un nuovo sport o di una nuova lingua alla riabilitazione e alla guarigione si basano tutti sui meccanismi cellulari della Neuroplasticità.

Mentre continuiamo ad andare avanti nei campi della scienza e dell'assistenza sanitaria, la domanda successiva da porsi è: "Come possiamo utilizzare la Neuroplasticità nello sviluppo di un trattamento più efficace?" Per questo motivo, ci viene incontro nel campo delle Neuroscienze il Neurofeedback.

Nella ricerca di migliorare noi stessi e la nostra biologia, nessun progresso moderno nel campo della salute mentale ha visto trasformazioni così drastiche e rapide come il Neurofeedback. Nato nel campo della psicologia comportamentale della teoria dell'apprendimento, il Neurofeedback impiega il condizionamento operante e utilizza vari stimoli di ricompensa per guidare il cervello verso nuovi schemi di attività. Nel corso del tempo, il cervello riorganizza fisicamente sé stesso e la sua attività con la conseguenza di trasformare i modelli disadattivi, psicologici e comportamentali dell'individuo con altri più consoni.

Dal punto di vista del Neurofeedback, la Neuroplasticità è il collante che tiene tutto insieme. È la tecnologia a livello cellulare che consente il verificarsi di cambiamenti a lungo termine all'interno del sistema nervoso. L'allenamento Infra-Slow è una forma particolarmente efficace di Neurofeedback perché è un intervento che modifica immediatamente una condizione. Il cliente, durante la seduta, passa da uno stato di disagio psichico a uno stato più concentrato e rilassato. Ciò è dovuto all'impatto comportamentale che le frequenze cerebrali ISF hanno all'interno della corteccia cerebrale umana.

In parole povere, i ritmi Infra-Slow sono parte integrante del nesso organizzativo dei sistemi biologici che determinano i nostri livelli di eccitazione ed inibizione. La capacità di addestrare le frequenze lente di questi sistemi tramite ISF e promuovere specifici cambiamenti neuroplastici all'interno delle reti cellulari che li producono si è dimostrata molto utile, in particolare negli individui con un SNA disregolato.

Recenti ricerche hanno definito le frequenze Infra-Slow come la "sovrastruttura" del cervello che regola sia l'integrazione che il disaccoppiamento tra reti neuronali contemporaneamente attive. Di conseguenza, ISF-Neurofeedback serve per calmare l'iper-reattività del SNA in modo che i clienti siano meno vulnerabili, in futuro, agli stimoli nocivi. Questo "calmante" del sistema limbico, il centro delle emozioni e dei ricordi, si traduce in un'elaborazione più fluida all'interno delle reti neurali associate al comportamento.

I risultati dell'allenamento con il Neurofeedback durano a lungo?

Una domanda comune che molte persone pongono è: "I cambiamenti apportati dall'allenamento con il Neurofeedback durano a lungo?" La ricerca di follow-up sulle diverse modalità di Neurofeedback ci mostra che, in effetti, lo fanno. Mentre i cambiamenti specifici vissuti dal paziente variano da persona a persona, data l'unicità di ogni cervello e la sua organizzazione funzionale, i cambiamenti causati da un costante allenamento del Neurofeedback generalmente durano a lungo termine. Questi cambiamenti nel comportamento sono il risultato di cambiamenti individuali dei neuroni, del loro modo di funzionare e delle reti complessive di cui fanno parte. Coinvolgendo ripetutamente il cervello in modi nuovi, le reti cellulari nel cervello inizieranno ad adattarsi fisicamente e funzionalmente per adattarsi ai nuovi livelli di attività.

Infine, è importante notare, tuttavia, che la parola chiave in questa equazione è la costanza. Proprio come non ci si può aspettare di aumentare la massa muscolare saltando i giorni in palestra, il neurofeedback e la Neuroplasticità su cui si basa possono davvero prendere piede solo attraverso un allenamento settimanale costante. Il nostro cervello raggiungerà nuovi livelli di adattamento fino a quando verrà concesso un tempo sufficiente di allenamento, qualunque sia il tipo di Neurofeedback impiegato.

Aladjalova, N. A. (1957). Infra-slow rhythmic oscillations of the steady potential of the cerebral cortex. Nature, 179(4567), 957-959.

Bao, Y., Pöppel, E., Wang, L., Lin, X., Yang, T., Avram, M., . . . Zhou, B. (2015). Synchronization as a biological, psychological and social mechanism to create common time: A theoretical frame and a single case study. PsyCh Journal, 4(4), 243-254. doi:10.1002/pchj.119

Grooms, J. K. (2015). Examining the relationship between BOLD fMRI and infraslow EEG signals in the resting human brain. (M.S. Masters), Georgia Institute of Technology.

Gudmand-Hoeyer, J., Timmermann, S., & Ottesen, J. T. (2014). Patient-specific modeling of the neuroendocrine HPA-axis and its relation to depression: Ultradian and circadian oscillations. Mathematical Biosciences(0). doi:http://dx.doi.org/10.1016/j.mbs.2014.07.013

Hashimoto, T., Kitajo, K., Kajihara, T., Ueno, K., Suzuki, C., Asamizuya, T., & Iriki, A. (2015). Neural correlates of electrointestinography: Insular activity modulated by signals recorded from the abdominal surface. Neuroscience, 289(0), 1-8. doi:http://dx.doi.org/10.1016/j.neuroscience.2014.12.057

Hiltunen, T., Kantola, J., Abou Elseoud, A., Lepola, P., Suominen, K., Starck, T., Palva, J. M. (2014). Infra-Slow EEG Fluctuations Are Correlated with Resting-State Network Dynamics in fMRI. The Journal of Neuroscience, 34(2), 356-362. doi:10.1523/jneurosci.0276-13.2014

Lecci, S., Fernandez, L. M. J., Weber, F. D., Cardis, R., Chatton, J.-Y., Born, J., & Lüthi, A. (2017). Coordinated infraslow neural and cardiac oscillations mark fragility and offline periods in mammalian sleep. Science Advances, 3(2). doi:10.1126/sciadv.1602026

LeDoux, J. E., & Pine, D. S. (2017). Using Neuroscience to Help Understand Fear and Anxiety: A Two-System Framework. American Journal of Psychiatry, 0(0), appi.ajp.2016.16030353. doi:doi:10.1176/appi.ajp.2016.16030353

Palva, J. M., & Palva, S. (2012). Infra-slow fluctuations in electrophysiological recordings, blood-oxygenation-level-dependent signals, and psychophysical time series. Neuroimage, 62(4), 2201-2211. doi:http://dx.doi.org/10.1016/j.neuroimage.2012.02.060

Smith, M. L. (2013). Infra-slow fluctuation training; On the down-low in neuromodulation. Neuroconnections, Fall.

Smith, M. L., Collura, T. F., Ferrara, J., & de Vries, J. (2014). Infra-slow fluctuation training in clinical practice: A technical history. NeuroRegulation, 1(2), 187-207. doi:doi:10.15540/nr.1.2.187

Smith, M. L., Leiderman, L., & de Vries, J. (2017). Infra-slow fluctuation (ISF) for autism spectrum disorders. In T. F. Collura & J. A. Frederick (Eds.), Handbook of clinical QEEG and neurotherapy.

Redatto dal Dott. Giuseppe Augusto Chiarenza,
Neuroterapeuta certificato BCIA Psicoterapeuta,
Neuropsichiatra Infantile, Neurologo
,



Direttore del Comitato Scientifico della Società Italiana di Neurofeedback e QEEG.

Milano 03 gennaio 2023

 

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